Stalin e la sinistra: parlarne senza paura by Giorgio Galli

Stalin e la sinistra: parlarne senza paura by Giorgio Galli

autore:Giorgio Galli
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Stalin,
ISBN: 978-88-6073-540-9
editore: Baldini Castoldi
pubblicato: 2009-02-06T16:00:00+00:00


3. IL MOSTRO ATOMICO

Il testo già citato dei fratelli Medvedev sottolinea: «Cairncross, Fuchs e Pontecorvo erano tutti convinti comunisti, che mandavano volontariamente di propria iniziativa informazioni in Unione Sovietica. Gli agenti segreti sovietici si limitavano a trasmettere più che a procurarsi informazioni».1 Stalin si avvaleva del suo doppio ruolo di capo di un Paese con efficienti servizi segreti e di leader del comunismo internazionale, che attirava l’intelligenza di sinistra.

I vantaggi che gli derivano sono così descritti: «Secondo le procedure dei servizi segreti sovietici, le informazioni ricevute dagli agenti potevano essere utilizzate solo dopo essere state valutate personalmente da Stalin. Questo è un altro esempio del fatto che tutte le decisioni importanti erano sotto il suo assoluto controllo e questa era la fonte effettiva del suo potere illimitato. Sicuramente Stalin fu il primo a vedere i rapporti dei servizi sulla bomba atomica».2

Ritroviamo il Cairncross di cui al precedente capitolo: «Durante il 1942 il servizio segreto sovietico ricevette un gran numero di documenti riguardanti l’uranio. In Gran Bretagna i due informatori più preziosi erano Klaus Fuchs, un fisico atomico che aveva lasciato la Germania nel 1933, e John Cairncross, il segretario di uno dei ministri del Gabinetto di guerra, Lord Hankey. Contemporaneamente cominciarono ad arrivare informazioni da Bruno Pontecorvo, emigrato italiano negli Stati Uniti e stretto collaboratore di Enrico Fermi, che nel 1942 era stato il primo in assoluto a costruire un reattore nucleare».3

Se il comunista tedesco Fuchs informava dall’Inghilterra, se due comunisti tedeschi (Sorge e Liskov) avevano fornito la data dell’invasione, per quanto riguarda le ricerche atomiche «quasi nulla arrivò dalla Germania».4 Fu un vantaggio, perché i fisici tedeschi procedevano su una strada sbagliata, con ricerche sulle quali gli anglo-americani erano invece perfettamente informati.5 Questa, invece, la situazione sulle informazioni fornite dai compagni comunisti occidentali: «Il materiale arrivava sotto forma di dati scientifici, complessi calcoli matematici e copie di relazioni di ricerca. Nei progetti relativi all’uranio ogni nuovo progresso tecnologico, ogni nuova soluzione tecnica veniva brevettata e le copie della documentazione dei brevetti venivano passate all’Unione Sovietica. Solo scienziati esperti di matematica superiore e di fisica teorica avrebbero potuto decifrare quel materiale. Alcuni dati erano comprensibili a chimici o fisico-chimici».6

L’accelerazione tecno-industriale, pagata a caro prezzo, aveva dotato l’Urss di Stalin di questo personale scientifico, che utilizzò informazioni senza le quali il ritardo rispetto all’Occidente non sarebbe stato colmato abbastanza rapidamente. «Il primo fisico sovietico che scrisse diverse lettere direttamente a Stalin sulla possibilità di realizzare una bomba atomica fu Georgij Flerov, all’inizio del 1942. Questi espresse anche la certezza che il progetto era in corso in Germania, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna... Il rapporto ufficiale scritto a Stalin dall’Nkvd è del marzo 1942, redatto da Sergej Kaftanov, presidente della Commissione per l’istruzione superiore e consulente scientifico del Gko, che informò Stalin della lettera di Flerov, che spiegava la struttura elementare della bomba atomica in termini chiari, accompagnando le spiegazioni con i motivi per cui era probabile che la Germania o gli Stati Uniti avrebbero posseduto la bomba atomica in un futuro non troppo lontano.



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